La terapia chirurgica
La terapia chirurgica asporta la neoplasia. Dopo l'intervento però sono fondamentali visite di controllo e abitudini di vita sana.

© Getty Images
Come si può accertare se con l'asportazione del tumore si è raggiunta effettivamente la guarigione?
La miglior prova in tal senso è costituita dal tempo: a distanza di cinque-dieci anni dall'intervento, si verificano raramente recidive.
Che cosa può trattenere il chirurgo dall'asportare radicalmente un cancro?
Scopo della terapia chirurgica è sempre l'escissione totale della neoformazione, ma talvolta questa può aver colpito organi vitali, che non è possibile rimuovere, oppure avere raggiunto una disseminazione tale che l'intervento chirurgico non può risultare più di alcun aiuto.
Il chirurgo è in grado di dire se è riuscito ad asportare completamente la formazione tumorale?
No, in quanto l'aspetto visibile della neoplasia non rappresenta sovente che una parte di essa e piccoli nidi di cellule cancerogene possono essersi localizzati al di fuori dell'area dell'intervento, cosa che purtroppo il chirurgo non sempre può accertare.
Esiste il pericolo che, dopo l'intervento chirurgico, il cancro recidivi?
Sì, ma con periodiche visite di controllo è possibile individuare il nuovo tumore in uno stadio in cui può essere ancora controllato o asportato radicalmente.
Una volta guarito dal cancro, il paziente può riprendere le normali abitudini di vita?
Dipende dalla sede in cui era localizzata la neoplasia e dal tipo di terapia cui il paziente è stato sottoposto. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, è possibile riprendere, o quasi, le normali attività.
Un individuo che sia guarito da un cancro può sviluppare un nuovo tumore in un altro punto dell'organismo?
Sì, esistono casi, fortunatamente non frequenti, di soggetti portatori, simultaneamente o no, di due o anche tre neoplasie. Certi farmaci antitumorali, poi, agendo sulla riproduzione cellulare, aumentano il rischio di secondi tumori.
Dopo essere stati curati con successo di cancro, con quale periodicità sarebbe opportuno sottoporsi a visite mediche di controllo?
Dipende dalla forma da cui si era affetti. La cosa migliore è quindi seguire le indicazioni dello specialista oncologo. In linea generale, dopo l'intervento chirurgico o dopo il completamento di altre forme di terapia, e in assenza di sintomi sospetti, le visite di controllo vengono distanziate sempre più nel tempo. Molti tumori, se non si ripresentano entro 5-10 anni dalla diagnosi e dalla terapia, possono essere considerati definitivamente guariti.
Chi ha subito l'asportazione di un tumore, si ristabilisce altrettanto facilmente di una persona che sia stata operata per altre cause?
A volte sì, a volte no. Più che dal tumore in sé il decorso postoperatorio dipende infatti dal tipo di intervento effettuato e dalle condizioni generali del paziente prima dell'intervento.
Garzantina medicina

- Chemioterapia: combattere il cancro
- Cure ormonali: efficaci contro i tumori?
- Immunoterapia: in cosa consiste?
- Tumori: cosa sono
- Diagnostica: come individuare il tumore
- Terapia: metodi e speranze
- La psiconcologia, un sostegno importante
- Cancro alla prostata: quali sono i fattori di rischio?
- Le onde radio dei cellulari fanno male?
- Ridurre il rischio di cancro con un'alimentazione equilibrata
- Frutta e verdura contro il cancro
- I tumori nei bambini
- Chemioterapia: sì o no?
- La cura di un melanoma
- Le metastasi
- Le differenze tra tumore maligno e benigno
- I sarcomi: tumori rari delle ossa, dei tessuti molli o dei visceri
- Come smettere di fumare?
- I numeri del fumo
- I rischi degli OGM
- Depressione e cancro: relazioni ambigue
- Come riconoscere un melanoma
- I tumori del cuore
- Noduli: cosa sono e come individuarli
Per saperne di più: